Lutti e Separazioni

Ogni individuo, nel corso della sua vita, si trova prima o poi ad affrontare eventi traumatici come lutti o separazioni. Gli adulti possono affrontare questi momenti dolorosi avvalendosi di un bagaglio emotivo ed esperienziale maturato nel corso della vita, mentre per i bambini è possibile che sia la prima volta (o una delle prime volte) che si trovano a vivere queste situazioni. Nella maggior parte dei casi, il lutto dei bambini si risolve spontaneamente con il tempo e senza troppe complicazioni, ma il ruolo degli adulti nell’agevolare questo normale percorso è sicuramente molto importante: da un lato perché lo stato emotivo dei più piccoli è fortemente influenzato da quello degli adulti che li circondano; dall’altro, perché il primo incontro con questi eventi attiva nei bambini una gran quantità di interrogativi a cui gli adulti sono chiamati a dare risposta.

nido insieme

Parola all’esperto:

Gaia Alessio

Si può parlare di morte con i bambini? Sì, si può e per molti aspetti è, anzi, consigliato farlo. Proteggere i bambini dalla paura della morte non significa far finta che essa non esista, ma spiegarla bene con parole semplici e sincere. In questa clip vediamo perché è meglio parlarne fin da subito e in che modo affrontare l’argomento.

Approfondiamo

Situazione tipica

Mio padre è mancato allimprovviso e sono disperata. Non ho ancora detto nulla ai miei bambini perché non so come affrontare largomento e perché ho paura che starei troppo male nel raccontarlonon voglio mostrarmi a loro così sofferente.

Ieri mattina ci siamo svegliati e abbiamo trovato il nostro pesciolino che galleggiava su un fianco, immobile. Mia figlia inizialmente ha riso, trovandolo buffo, ma poi ha capito che cera qualcosa che non andava ed è scoppiata a piangere angosciata. Non so come spiegarle cos’è successo.

Oltre alle situazioni di lutto vero e proprio come quelle esemplificate qui sopra, ci sono poi tutti quei casi di separazioni che provocano forti sentimenti di perdita. Per esempio: la rottura della relazione di coppia tra i genitori, il trasloco in una casa nuova, il trasferimento di un amico in un’altra città. Anche in queste situazioni possiamo provare emozioni affini a quelle che si generano quando muore un familiare o una persona cara.

Descrizione del fenomeno

In molti i casi, il lutto o la separazione che riguardano il bambino coinvolgono tutto il nucleo familiare. In questi casi l’adulto si trova di fronte alla doppia sfida di dover dare sostegno al bambino ma – allo stesso tempo – di essere lui stesso in una situazione di dolore e di crisi.

Anche nel caso in cui il vissuto della perdita coinvolgesse il solo bambino il genitore può trovarsi ad affrontare diverse difficoltà: il malessere cui assiste potrebbe generare sofferenza anche in lui per un meccanismo di empatia, o potrebbe fargli rivivere emozioni che ha provato nell’infanzia, oppure ancora potrebbe trovarsi di fronte a reazioni inattese del proprio figlio senza riuscire a dar loro una chiave di lettura.

In entrambi i casi, l’adulto può provare sofferenza, senso di impotenza, imbarazzo, vergogna, rabbia, smarrimento, senso di colpa…

Cosa possono fare i genitori per prevenire

Per i bambini, poter dare un nome agli eventi e alle emozioni è rassicurante e calmante.

È quindi importante che i genitori affrontino con loro quanto è accaduto, superando la propria resistenza a parlarne. Raccontare ciò che è successo, dicendo la verità e rispondendo alle domande, con un linguaggio adeguato all’età del figlio e nel rispetto dei suoi tempi. In base alla situazione specifica, si può partire da un cartone animato o da un libro, inventare una storia insieme con il bambino, mettere in scena un dialogo o un evento attraverso un gioco con dei personaggi.

È poi importante che i genitori si mettano in ascolto, accogliendo e legittimando le emozioni del figlio, senza forzarlo a parlare ma rispettando il suo eventuale silenzio sull’argomento, mantenendosi, al tempo stesso, disponibili ad aiutarlo a comprendere cosa sta provando.

Parallelamente, i genitori possono esprimere i propri vissuti, comunicando come si sentono e perché, senza dare spiegazioni lunghe e complesse, ma semplicemente fornendo al bambino una chiave di lettura dell’atteggiamento degli adulti che ha accanto – atteggiamento che lui percepisce e dal quale può essere turbato, se non lo comprende.

Infine, può essere utile creare insieme un rituale, per esempio seppellire il pesciolino, scrivere una lettera per il nonno etc.

A chi chiedere aiuto in caso di necessità

In base alla situazione specifica, si può valutare di rivolgersi a un pedagogista (meglio se specializzato su questo tema) oppure a uno psicoterapeuta.

Il pedagogista potrà aiutare il genitore a comprendere la percezione che il bambino ha dell’evento, a mettersi nei panni del figlio, ad affrontare comunicazioni dolorose e/o difficili. Il ruolo dello psicoterapeuta, invece, sarà quello di accompagnare l’adulto e/o il bambino ad elaborare il lutto attraverso un lavoro sulla loro relazione.

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