Quando le attenzioni sono poche

Prova pulsante

Fra le fatiche dello smart working, vestiti da piegare, telefonate con la famiglia, Federica comincia a perdere il contatto con aspetti della vita di suo figlio…
La ‘prova pulsante’ l’aiuterà a prenderne coscienza.

nido insieme

Parola all’esperto: 

Paolo Grampa

Paolo Grampa, Psicologo e psicoterapeuta socio di Associazione Alice Onlus porta la nostra attenzione sul fenomeno della discuria, spiegandoci il significato di questo termine e i diversi fattori di rischio e le cause di questa patologia. L’esperto ci dà anche delle indicazioni sui servizi e gli operatori ai quali rivolgersi in caso di necessità.

nido insieme

Parola all’esperto: 

Marina Zanotta

In questo video Marina Zanotta, Psicologa e psicoterapeuta, esperta di età evolutiva e di genitorialità, responsabile dell’area materno infantile di Associazione Alice Onlus spiega come le difficoltà della vita quotidiana e i periodi di stress che si incontrano nell’arco della vita possono deviare le attenzioni e rendere i genitori meno capaci di leggere e concentrarsi sulle esigenze dei più piccoli. È difficile tenere il passo con la crescita del bambino e si rischiano di avere atteggiamenti che non coincidono con il periodo evolutivo e relazioni che non funzionano bene. Scopriamo in questo video quali sono i consigli per i genitori.

Approfondiamo

Situazione tipica

Bambini che arrivano ai controlli pediatrici sottopeso poiché alimentati con omogeneizzati/cibi frullati/dieta liquida o lattacea oltre i 18 mesi.

Bambini che manifestano continue e recidive infezioni e/o malattie della pelle causate da scarsi livelli di igiene personale.

Bambini a cui vengono impediti gli accessi a cure mediche o a vaccinazioni (non per motivi medici diagnosticati).

Bambini che vengono esposti a regimi alimentari eccessivamente restrittivi per non dimostrabili cause mediche (es. allergie), culturali o religiose.

Bambini che vengono portati al nido anche quando manifestano evidente malessere fisico.

Bambini che vengono smarriti sistematicamente in centri commerciali, mezzi pubblici, parchetti ecc.

Bambini con vestiti perennemente sporchi/di taglia sbagliata o non adeguati al genere.

Bambini gravemente obesi.

Bambini sovraesposti all’uso di devices

Descrizione del fenomeno

INCURIA: i genitori non provvedono adeguatamente ai bisogni sia fisici che psichici del bambino, in rapporto all’età e al momento evolutivo. Si identifica attraverso 3 macroaree:

  • Notizie sullo stato di salute: genitori che non conoscono la salute dei loro figli, le loro tappe evolutive, i loro punti di forza o debolezza o la storia clinica che li accompagna (se hanno mai avuto malattie significative/vaccinazioni svolte o meno/conoscenza della data di nascita/presenza di allergie, carie ecc.)
  • Sintomi fisici: vestiti inadeguati all’età, al sesso e alla stagione; scarsa igiene, distorsione delle abitudini alimentari con denutrizione o, più raramente, obesità. Sviluppo psico-motorio ritardato.
  • Segni comportamentali: bambini pigri, demotivati, sempre stanchi, ripiegati su sé stessi o, al contrario, con attenzione labile o iperreattivi per la mancanza di contenimento affettivo.

DISCURIA: le cure vengono effettuate, ma non sono adeguate al momento evolutivo perché rispondono esclusivamente a delle aspettative o a delle esigenze degli adulti. Gli atteggiamenti più tipici riguardano:

  • Cure anacronistiche: l’atteggiamento dei genitori sarebbe corretto se il bambino avesse un’età diversa (es. somministrare omogeneizzati ad un bambino di 2/3 anni).
  • Imposizione di ritmi di sviluppo precoci: pretendere il controllo sfinterico a 6 mesi.

Le cause di queste patologie delle cure sono da ricercarsi nella difficoltà dei genitori di riconoscere la crescita  fisiologica e le tappe evolutive di sviluppo dei loro figli sui  diversi domini (psicorporeo e psicomotorio, affettivo, cognitivo, sociale, del linguaggio); difficilmente l’intento è quello di arrecare un danno volontario al bambino, più facilmente le motivazioni sono da ricercarsi nella scarsa o fragile disponibilità affettiva e relazionale dei genitori di oggi per motivazioni legate alla loro storia personale e/o poiché eccessivamente sotto pressione per gli stressor dell’ambiente  socio- culturale, economico e familiare dalle richieste inadeguate della realtà socio-economica in cui si muovono.

Cosa possono fare i genitori per prevenire

Chiedere ai pediatri di famiglia o agli educatori dei nidi di essere accompagnati nella conoscenza delle tappe di sviluppo fisiologico dei loro bambini.

Segnalare l’emergere di difficoltà personali o familiari a persone qualificate in modo da attivare percorsi o strumenti di sostegno di tipo educativo o socio-economico o psicologico.

Prendersi cura delle proprie fragilità personali in modo da non riversarle nella relazione con i propri figli.

A chi chiedere aiuto in caso di necessità

Al pediatra di famiglia, ai pedagogisti del nido o agli psicologi dell’età evolutiva per ottenere sostegno nel riconoscere e nel gestire al meglio le tappe di sviluppo fisiologiche dei propri figli.Ai servizi sociali di competenza o a enti assistenziali per poter accedere a percorsi o strumenti di sostegno familiare in caso di difficoltà socio-economiche anche gravi.

Al proprio medico di base, ai consultori o a psicologi per la presa in carico di eventuali fragilità personali.

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