L’ingresso al nido o alla scuola dell’infanzia è un passaggio importante per tutti i bambini. Per quelli adottati, però, può essere un momento particolarmente delicato. Come spiega Maria Ripamonti, psicologa e psicoterapeuta dell’ASST Fatebenefratelli Sacco, l’adozione è prima di tutto un percorso di relazione e di cura, che tiene insieme il presente del bambino e la sua storia precedente.
Ogni bambino adottato porta con sé esperienze di separazione e perdita che fanno parte della sua identità. Per questo l’inserimento nel contesto educativo va curato con gradualità e personalizzazione, offrendo al bambino un ingresso accompagnato e sicuro.
La sicurezza emotiva è infatti il prerequisito per uno sviluppo sano, sia sul piano affettivo che cognitivo.
Un’attenzione particolare riguarda il linguaggio. Le parole che genitori ed educatori usano parlano anche ai bambini: evitare espressioni stereotipate e condividere con i genitori il modo in cui viene raccontata la storia adottiva aiuta a garantire coerenza tra casa e scuola e a tutelare il benessere del bambino.
Anche le attività educative legate alla famiglia e all’identità sono preziose. Non vanno evitate, ma proposte in modo inclusivo, valorizzando la pluralità delle forme familiari, così che ogni bambino possa sentirsi riconosciuto e rappresentato.
Infine, quando emergono comportamenti che destano attenzione – difficoltà di separazione, stati di allerta, paure o adattamenti troppo rapidi e compiacenti – la collaborazione tra educatori, genitori e servizi per l’adozione diventa fondamentale. Uno sguardo condiviso permette di sostenere il bambino nel modo più adeguato.
Un bambino adottato non ha bisogno di trattamenti speciali, ma di adulti capaci di vederlo nella sua interezza, riconoscendo la sua storia e validando le sue emozioni. È da questa alleanza che nasce il vero benessere.
Guarda il video con l’intervento di Maria Ripamonti per approfondire il tema e scoprire quali accorgimenti possono fare la differenza.
Foto di Stephen Andrews su Unsplash
A cura di Terre des Hommes
Intervista a Liviana Rinaldi, psicologa, e Daniela Moles, pedagogista, esperte nella formazione per nidi e scuole dell’infanzia.
All’interno del progetto Nidoinsieme 0-6, per sostenere la qualità educativa nei servizi per la prima infanzia, è stato avviato un percorso formativo rivolto a educatori, operatori e coordinatori pedagogici. L’obiettivo è rafforzare le competenze professionali, favorire il lavoro di gruppo e stimolare la riflessione sui principali nodi pedagogici contemporanei, come la relazione con le famiglie e l’impatto del digitale nei contesti educativi. Abbiamo intervistato Liviana Rinaldi e Daniela Moles, professioniste coinvolte nella conduzione dei corsi, per approfondire le caratteristiche dell’intervento e i riscontri ricevuti sul campo.
Qual è il vostro percorso professionale e come collaborate oggi con Terre des Hommes?
Liviana Rinaldi – Sono psicologa e mi occupo da oltre vent’anni di formazione e progettazione sociale, con un’attenzione particolare alle persone fragili. Ho svolto anche il ruolo di psicologa scolastica, supportando alunni, genitori e personale educativo.
Daniela Moles – Io sono pedagogista e ho lavorato per anni nei servizi di tutela minori. Questo mi ha permesso di entrare in contatto diretto con famiglie vulnerabili e con il sistema scolastico, sviluppando un approccio multidisciplinare alla formazione.
A chi si rivolge il percorso formativo promosso da Terre des Hommes?
Liviana – La formazione è destinata a educatori e operatori di nidi e scuole dell’infanzia. Abbiamo coinvolto x istituti situati in diverse zone dell’area Metropolitana di Milano e ogni istituto coinvolto ha potuto scegliere tra 12 moduli tematici, che sono stati elaborati nella precedente progettualità di NidoInsieme, in base ai bisogni emersi attraverso un’analisi condivisa con i coordinatori. Il nostro compito è stato quello di guidare questa scelta e condurre la formazione.
Quali differenze avete riscontrato nei profili dei coordinatori coinvolti?
Daniela – Abbiamo incontrato sia coordinatori con un background educativo, sia figure imprenditoriali che gestiscono micro-nidi con approccio manageriale. Entrambi i profili si sono mostrati sensibili alla qualità formativa, anche se con priorità differenti: i primi focalizzati sul benessere del gruppo e sul rafforzamento delle competenze educative, i secondi più attenti all’efficienza organizzativa.
Liviana – I coordinatori con esperienza aziendale tendono a strutturare i servizi con logiche gestionali precise, che però possono beneficiare molto di un intervento formativo mirato al lavoro di squadra e alla relazione educativa.
Qual è stata la risposta degli educatori ai percorsi?
Daniela – Ottima. I partecipanti hanno mostrato motivazione e disponibilità a mettersi in gioco. Il gruppo era eterogeneo: da giovani alle prime esperienze a professionisti con decenni di attività. Le metodologie interattive che usiamo – come role-play e attivazioni ludiche – hanno favorito la partecipazione attiva.
In cosa consistono queste metodologie?
Liviana – Partiamo sempre da attivazioni “leggere” ma mirate, che aiutano a creare fiducia nel gruppo e stimolano la riflessione personale. Crediamo che la formazione debba coinvolgere il partecipante anche a livello emotivo, perché sia davvero trasformativa.
Daniela – Non usiamo slide o lezioni frontali. Preferiamo un approccio esperienziale, con restituzioni scritte alla fine del percorso. I gruppi più numerosi – fino a 22 partecipanti – hanno offerto uno scambio ricchissimo, mentre quelli più piccoli sono stati comunque efficaci, ma con meno stimoli.
Quali temi sono risultati più richiesti?
Liviana – Due soprattutto: il rapporto tra digitale e prima infanzia e la comunicazione scuola-famiglia. Quest’ultima si intreccia anche con la comunicazione interna tra operatori. Si tratta di ambiti chiave per costruire un contesto educativo coeso e capace di rispondere alle sfide attuali.
Nel 2024 è entrata in vigore una nuova norma regionale sull’iscrizione all’Albo delle figure educative. Ha avuto un impatto?
Daniela – Sì, la prospettiva dell’albo ha spinto molte realtà ad aggiornare le competenze del personale. Ora è richiesto un titolo universitario specifico (Scienze dell’Educazione), e questo ha contribuito a dare più valore alla formazione.
Un’ultima domanda: siete soddisfatte dei contenuti dei moduli formativi proposti?
Liviana – Assolutamente. Riteniamo siano molto efficaci. Le due tematiche più scelte sono di grande attualità e rispondono a bisogni concreti. E il coinvolgimento riscontrato nei corsi ci conferma che la direzione è quella giusta.
Per chi desidera approfondire i temi legati alla crescita, all’educazione e al benessere dei bambini nei primi sei anni di vita, le pagine di questo sito offrono numerosi contenuti informativi, strumenti utili per genitori e operatori e una mappa aggiornata dei servizi per l’infanzia presenti sul territorio. Uno spazio pensato per sostenere, condividere buone pratiche e costruire insieme una comunità educativa attenta e competente.
In mancanza di nonni, o baby-sitter a cui affidare il proprio figlio, o figlia, difficilmente i neogenitori riescono a frequentare il cinema. CinemAgattoni, grazie alla collaborazione dell’Auditorium Anna Marchesini di Settimo Milanese, propone a mamme e papà proiezioni di film presenti nelle sale, in un setting allestito anche per le esigenze dei più piccoli.
Mentre i genitori sono seduti e si godno il film sono a disposizione dei bambini spazi morbidi dove riposare o giocare; il volume del film è modulato e la luce in sala è soffusa proprio per creare un ambiene adatto alle loro esigenze.
Inoltre ad ogni proiezione sono presenti gli operatori e le operatrici di Cooperativa COMIN e dello Spazio TerraLuna che sono a disposizione delle mamme e dei papà.
CinemAgattoni è un’azione realizzata da Cooperativa COMIN, all’interno di NidoInsieme0-6.
Nido Insieme 0-6 è un progetto di ATS Città Metropolitana di Milano, finanziato da Regione Lombardia e implementato da Comune di Milano, Terre des Hommes, ASST Nord Milano e Generazione Impatto insieme a una rete di 17 partner operativi che vantano una pluriennale esperienza nell’educazione e promozione del benessere dei più piccoli.
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