A cura di Terre des Hommes
Intervista a Liviana Rinaldi, psicologa, e Daniela Moles, pedagogista, esperte nella formazione per nidi e scuole dell’infanzia.
All’interno del progetto Nidoinsieme 0-6, per sostenere la qualità educativa nei servizi per la prima infanzia, è stato avviato un percorso formativo rivolto a educatori, operatori e coordinatori pedagogici. L’obiettivo è rafforzare le competenze professionali, favorire il lavoro di gruppo e stimolare la riflessione sui principali nodi pedagogici contemporanei, come la relazione con le famiglie e l’impatto del digitale nei contesti educativi. Abbiamo intervistato Liviana Rinaldi e Daniela Moles, professioniste coinvolte nella conduzione dei corsi, per approfondire le caratteristiche dell’intervento e i riscontri ricevuti sul campo.
Qual è il vostro percorso professionale e come collaborate oggi con Terre des Hommes?
Liviana Rinaldi – Sono psicologa e mi occupo da oltre vent’anni di formazione e progettazione sociale, con un’attenzione particolare alle persone fragili. Ho svolto anche il ruolo di psicologa scolastica, supportando alunni, genitori e personale educativo.
Daniela Moles – Io sono pedagogista e ho lavorato per anni nei servizi di tutela minori. Questo mi ha permesso di entrare in contatto diretto con famiglie vulnerabili e con il sistema scolastico, sviluppando un approccio multidisciplinare alla formazione.
A chi si rivolge il percorso formativo promosso da Terre des Hommes?
Liviana – La formazione è destinata a educatori e operatori di nidi e scuole dell’infanzia. Abbiamo coinvolto x istituti situati in diverse zone dell’area Metropolitana di Milano e ogni istituto coinvolto ha potuto scegliere tra 12 moduli tematici, che sono stati elaborati nella precedente progettualità di NidoInsieme, in base ai bisogni emersi attraverso un’analisi condivisa con i coordinatori. Il nostro compito è stato quello di guidare questa scelta e condurre la formazione.
Quali differenze avete riscontrato nei profili dei coordinatori coinvolti?
Daniela – Abbiamo incontrato sia coordinatori con un background educativo, sia figure imprenditoriali che gestiscono micro-nidi con approccio manageriale. Entrambi i profili si sono mostrati sensibili alla qualità formativa, anche se con priorità differenti: i primi focalizzati sul benessere del gruppo e sul rafforzamento delle competenze educative, i secondi più attenti all’efficienza organizzativa.
Liviana – I coordinatori con esperienza aziendale tendono a strutturare i servizi con logiche gestionali precise, che però possono beneficiare molto di un intervento formativo mirato al lavoro di squadra e alla relazione educativa.
Qual è stata la risposta degli educatori ai percorsi?
Daniela – Ottima. I partecipanti hanno mostrato motivazione e disponibilità a mettersi in gioco. Il gruppo era eterogeneo: da giovani alle prime esperienze a professionisti con decenni di attività. Le metodologie interattive che usiamo – come role-play e attivazioni ludiche – hanno favorito la partecipazione attiva.
In cosa consistono queste metodologie?
Liviana – Partiamo sempre da attivazioni “leggere” ma mirate, che aiutano a creare fiducia nel gruppo e stimolano la riflessione personale. Crediamo che la formazione debba coinvolgere il partecipante anche a livello emotivo, perché sia davvero trasformativa.
Daniela – Non usiamo slide o lezioni frontali. Preferiamo un approccio esperienziale, con restituzioni scritte alla fine del percorso. I gruppi più numerosi – fino a 22 partecipanti – hanno offerto uno scambio ricchissimo, mentre quelli più piccoli sono stati comunque efficaci, ma con meno stimoli.
Quali temi sono risultati più richiesti?
Liviana – Due soprattutto: il rapporto tra digitale e prima infanzia e la comunicazione scuola-famiglia. Quest’ultima si intreccia anche con la comunicazione interna tra operatori. Si tratta di ambiti chiave per costruire un contesto educativo coeso e capace di rispondere alle sfide attuali.
Nel 2024 è entrata in vigore una nuova norma regionale sull’iscrizione all’Albo delle figure educative. Ha avuto un impatto?
Daniela – Sì, la prospettiva dell’albo ha spinto molte realtà ad aggiornare le competenze del personale. Ora è richiesto un titolo universitario specifico (Scienze dell’Educazione), e questo ha contribuito a dare più valore alla formazione.
Un’ultima domanda: siete soddisfatte dei contenuti dei moduli formativi proposti?
Liviana – Assolutamente. Riteniamo siano molto efficaci. Le due tematiche più scelte sono di grande attualità e rispondono a bisogni concreti. E il coinvolgimento riscontrato nei corsi ci conferma che la direzione è quella giusta.
Per chi desidera approfondire i temi legati alla crescita, all’educazione e al benessere dei bambini nei primi sei anni di vita, le pagine di questo sito offrono numerosi contenuti informativi, strumenti utili per genitori e operatori e una mappa aggiornata dei servizi per l’infanzia presenti sul territorio. Uno spazio pensato per sostenere, condividere buone pratiche e costruire insieme una comunità educativa attenta e competente.
A cura di Terre des Hommes
Intervista a Liviana Rinaldi, psicologa, e Daniela Moles, pedagogista, esperte nella formazione per nidi e scuole dell’infanzia.
All’interno del progetto Nidoinsieme 0-6, per sostenere la qualità educativa nei servizi per la prima infanzia, è stato avviato un percorso formativo rivolto a educatori, operatori e coordinatori pedagogici. L’obiettivo è rafforzare le competenze professionali, favorire il lavoro di gruppo e stimolare la riflessione sui principali nodi pedagogici contemporanei, come la relazione con le famiglie e l’impatto del digitale nei contesti educativi. Abbiamo intervistato Liviana Rinaldi e Daniela Moles, professioniste coinvolte nella conduzione dei corsi, per approfondire le caratteristiche dell’intervento e i riscontri ricevuti sul campo.
Qual è il vostro percorso professionale e come collaborate oggi con Terre des Hommes?
Liviana Rinaldi – Sono psicologa e mi occupo da oltre vent’anni di formazione e progettazione sociale, con un’attenzione particolare alle persone fragili. Ho svolto anche il ruolo di psicologa scolastica, supportando alunni, genitori e personale educativo.
Daniela Moles – Io sono pedagogista e ho lavorato per anni nei servizi di tutela minori. Questo mi ha permesso di entrare in contatto diretto con famiglie vulnerabili e con il sistema scolastico, sviluppando un approccio multidisciplinare alla formazione.
A chi si rivolge il percorso formativo promosso da Terre des Hommes?
Liviana – La formazione è destinata a educatori e operatori di nidi e scuole dell’infanzia. Abbiamo coinvolto x istituti situati in diverse zone dell’area Metropolitana di Milano e ogni istituto coinvolto ha potuto scegliere tra 12 moduli tematici, che sono stati elaborati nella precedente progettualità di NidoInsieme, in base ai bisogni emersi attraverso un’analisi condivisa con i coordinatori. Il nostro compito è stato quello di guidare questa scelta e condurre la formazione.
Quali differenze avete riscontrato nei profili dei coordinatori coinvolti?
Daniela – Abbiamo incontrato sia coordinatori con un background educativo, sia figure imprenditoriali che gestiscono micro-nidi con approccio manageriale. Entrambi i profili si sono mostrati sensibili alla qualità formativa, anche se con priorità differenti: i primi focalizzati sul benessere del gruppo e sul rafforzamento delle competenze educative, i secondi più attenti all’efficienza organizzativa.
Liviana – I coordinatori con esperienza aziendale tendono a strutturare i servizi con logiche gestionali precise, che però possono beneficiare molto di un intervento formativo mirato al lavoro di squadra e alla relazione educativa.
Qual è stata la risposta degli educatori ai percorsi?
Daniela – Ottima. I partecipanti hanno mostrato motivazione e disponibilità a mettersi in gioco. Il gruppo era eterogeneo: da giovani alle prime esperienze a professionisti con decenni di attività. Le metodologie interattive che usiamo – come role-play e attivazioni ludiche – hanno favorito la partecipazione attiva.
In cosa consistono queste metodologie?
Liviana – Partiamo sempre da attivazioni “leggere” ma mirate, che aiutano a creare fiducia nel gruppo e stimolano la riflessione personale. Crediamo che la formazione debba coinvolgere il partecipante anche a livello emotivo, perché sia davvero trasformativa.
Daniela – Non usiamo slide o lezioni frontali. Preferiamo un approccio esperienziale, con restituzioni scritte alla fine del percorso. I gruppi più numerosi – fino a 22 partecipanti – hanno offerto uno scambio ricchissimo, mentre quelli più piccoli sono stati comunque efficaci, ma con meno stimoli.
Quali temi sono risultati più richiesti?
Liviana – Due soprattutto: il rapporto tra digitale e prima infanzia e la comunicazione scuola-famiglia. Quest’ultima si intreccia anche con la comunicazione interna tra operatori. Si tratta di ambiti chiave per costruire un contesto educativo coeso e capace di rispondere alle sfide attuali.
Nel 2024 è entrata in vigore una nuova norma regionale sull’iscrizione all’Albo delle figure educative. Ha avuto un impatto?
Daniela – Sì, la prospettiva dell’albo ha spinto molte realtà ad aggiornare le competenze del personale. Ora è richiesto un titolo universitario specifico (Scienze dell’Educazione), e questo ha contribuito a dare più valore alla formazione.
Un’ultima domanda: siete soddisfatte dei contenuti dei moduli formativi proposti?
Liviana – Assolutamente. Riteniamo siano molto efficaci. Le due tematiche più scelte sono di grande attualità e rispondono a bisogni concreti. E il coinvolgimento riscontrato nei corsi ci conferma che la direzione è quella giusta.
Per chi desidera approfondire i temi legati alla crescita, all’educazione e al benessere dei bambini nei primi sei anni di vita, le pagine di questo sito offrono numerosi contenuti informativi, strumenti utili per genitori e operatori e una mappa aggiornata dei servizi per l’infanzia presenti sul territorio. Uno spazio pensato per sostenere, condividere buone pratiche e costruire insieme una comunità educativa attenta e competente.
In mancanza di nonni, o baby-sitter a cui affidare il proprio figlio, o figlia, difficilmente i neogenitori riescono a frequentare il cinema. CinemAgattoni, grazie alla collaborazione dell’Auditorium Anna Marchesini di Settimo Milanese, propone a mamme e papà proiezioni di film presenti nelle sale, in un setting allestito anche per le esigenze dei più piccoli.
Mentre i genitori sono seduti e si godno il film sono a disposizione dei bambini spazi morbidi dove riposare o giocare; il volume del film è modulato e la luce in sala è soffusa proprio per creare un ambiene adatto alle loro esigenze.
Inoltre ad ogni proiezione sono presenti gli operatori e le operatrici di Cooperativa COMIN e dello Spazio TerraLuna che sono a disposizione delle mamme e dei papà.
CinemAgattoni è un’azione realizzata da Cooperativa COMIN, all’interno di NidoInsieme0-6.
Nido Insieme 0-6 è un progetto di ATS Città Metropolitana di Milano, finanziato da Regione Lombardia e implementato da Comune di Milano, Terre des Hommes, ASST Nord Milano e Generazione Impatto insieme a una rete di 17 partner operativi che vantano una pluriennale esperienza nell’educazione e promozione del benessere dei più piccoli.
Guarda il video per scoprire di più: